MACCHINA DI WINTER

La macchina di Winter costituisce un esempio evoluto della macchina elettrostatica, del tipo a strofinio, nella quale la differenza di potenziale tre i due elettrodi è generata dall’accumulo di cariche elettriche prodotte per strofinamento.

Approfondimento

La macchina di Winter è un perfezionamento della analoga macchina di Ramsden, dovuto al professor Winter di Vienna che ideò questo tipo di generatore intorno al 1865.
L’asse del disco è di vetro e di ottone. Il disco è strofinato da due cuscinetti posti in un telaio di mogano sostenuto da un’asta di vetro. La più interessante particolarità costruttiva è rappresentata da due grandi “induttori” ad anello, isolati da sostegni di vetro posti ai due lati della macchina. Uno di essi funge da conduttore “negativo” quando viene collegato ai cuscinetti. L’altro invece è il conduttore principale “positivo”: il disco di vetro infatti ruota fra i suoi collettori ad anello. Nella parte anteriore della macchina si trova una sfera di ottone posta su un supporto isolante, sul retro si trovano due scaricatori. Dalla parte del conduttore principale, si trova una enorme bottiglia di Leida, protetta da una vetrina ottagonale di vetro e legno.
Restauro CESA del 1997 eseguito da Aldo Bellocchio e Gregorio Chiarenza del Dipartimento di Elettronica.
Nel 1954 questo oggetto, insieme ad altro materiale proveniente dalla sede di via S. Marta della Scuola Laboratorio di Elettronica per gli Operai, venne registrato nel libro di inventario SLEO dell’Istituto di Elettronica Industriale.

Scheda Tecnica

Ideatore: Carl Winter
Periodo: seconda metà sec. XIX
Materiali: mogano e altri legni, ottone, ferro, vetro, velluto
Dimensioni: 740 x 490 x 1400