DISCHI FLOPPY 3.5″ 1.244 Mb

I dischi floppy da 3,5 pollici (circa 90 mm di lato), detti anche «micro floppy disk», familiarmente chiamati anche «microfloppy», sono stati il risultato di un’ulteriore evoluzione dei dischi floppy originali da 8 pollici, inventata e diffusa inizialmente da Shugart e Wang Laboratories. Nonostante il nome e a differenza dei dischi floppy da 8 e 5.25 pollici, essi possedevano un involucro rigido anziché flessibile. Inoltre, il disco magnetizzabile era stato dotato, al posto del foro centrale, di un perno metallico per favorirne la trazione. Era stata inoltre introdotta una copertura metallica a molla per proteggere, quando non inserito nel drive, la zona scoperta della protezione (in precedenza tale area era sempre esposta, obbligando gli utenti a conservare il disco in apposite fodere quando non utilizzato). Infine, per impedire al drive le operazioni di scrittura, era stato inserito un meccanismo per scoprire, quando necessario, l’apposito foro di segnalazione (in precedenza il foro andava coperto con del nastro adesivo, ed il messaggio inviato al drive era invertito: foro coperto indicava scrittura vietata, mentre foro scoperto scrittura consentita).

Approfondimenti

I dati, nei floppy, erano memorizzati su un sottile disco flessibile all’interno dell’involucro, in formato binario e in maniera persistente, grazie a un processo di magnetizzazione. In generale, i dati erano scritti su una serie di settori (blocchi angolari del disco) e su tracce (cerchi concentrici a raggio costante). Per esempio, i modelli HD da 3½ pollici usavano 512 byte per settore, 18 settori per traccia, 80 tracce per lato e 2 lati, per un totale di 1 474 560 byte per disco. Alcuni controller di disco variavano questi parametri su richiesta dell’utente, incrementando la capacità del disco, sebbene i dischi con configurazioni diverse non erano leggibili su macchine con diversi tipi di controller; per esempio, le applicazioni Microsoft commercializzate verso metà anni ‘90 erano spesso distribuite su unità che usavano il formato di distribuzione DMF, una modifica che permetteva di memorizzare 1,68 MB su un floppy da 3½ pollici formattandolo con 21 settori invece che 18; questi dischi venivano comunque riconosciuti correttamente dai controller standard. Una simile pratica venne attuata anche da IBM nello stesso periodo, per esempio per la distribuzione del proprio sistema operativo OS/2, utilizzando il formato XDF in grado di memorizzare fino a 1,83 MB. Sui PC IBM, gli MSX, gli Atari ST, gli Amstrad CPC e molte altre piattaforme, i dischi erano scritti usando una velocità angolare costante (CAV) – capacità a settore costante. Ciò significa che il disco gira a velocità costante e i settori sul disco contengono la stessa quantità di informazioni indipendentemente dalla locazione radiale.
Un tentativo alla fine del decennio di rilanciare l’uso dei floppy disk fu quello del Superdisk (LS120-LS240) con una capacità di 120/240 MB, compatibile con lo standard floppy da 3½ pollici, sviluppato dalla Imation, divisione della 3M, senza però riscontrare il favore del mercato. Un supporto di diffusione maggiore fu lo Zip drive, con un formato proprietario non compatibile con i floppy da 3½”, più capiente (fino a 750MB), sviluppato dalla Iomega. Con l’avvento di Internet, delle economiche reti Ethernet e delle pendrive USB, i floppy disk diventarono obsoleti anche nel trasferimento dati e furono totalmente dismessi ed abbandonati dal mercato (all’incirca nella prima metà degli anni 2000).
I produttori di computer, inizialmente riluttanti a rimuovere le unità floppy disk (tipicamente da 3½) dai loro nuovi modelli di PC per conservare la retrocompatibilità, ne rimossero gradualmente i supporti fino alla loro totale scomparsa. Apple fu il primo produttore ad eliminare del tutto le unità floppy disk dai propri modelli con l’uscita dell’iMac nel 1998, mentre nel 2003 Dell li rese opzionali nei propri computer di fascia consumer. Sony annunciò che da marzo 2011 avrebbe terminato la produzione di floppy disk. Verbatim, anche se in un primo momento aveva dichiarato di aver intenzione di continuare la loro produzione, l’ha comunque cessata nel 2015.

Curiosità

Il floppy disk (chiamato anche disco, dischetto o floppy) è un supporto di memoria digitale di tipo magnetico inventato dalla IBM. Essendo stato per decenni il dispositivo di memorizzazione esterna più usato, l’immagine del floppy disk venne impiegato nell’interfaccia grafica di programmi e siti web per simboleggiare il comando per il salvataggio dei dati e questa funzione rimase anche quando il loro impiego come supporto fisico divenne obsoleto