DISCHI FLOPPY 8″ 1.2 Mb

I floppy disk nacquero nel 1967 quando l’ingegnere fisico Alan Shugart, che nell’IBM ricopriva il ruolo di Direct Access Storage Product Manager, mise a punto un sistema semplice e poco costoso per caricare microcodice sui suoi mainframe System/370. Il risultato fu un disco di sola lettura, di 8 pollici (20 cm) di diametro, chiamato “memory disk”. La prima commercializzazione è avvenuta nel 1971.

Approfondimenti

Un floppy disk si basa su di un principio molto simile a quello impiegato nei nastri magnetici. Esiste però una fondamentale differenza tra nastro e disco: mentre i nastri magnetici hanno un accesso sequenziale (ovvero per arrivare ad un certo punto del nastro bisogna scorrere tutta la parte precedente) il floppy disk, grazie alla sua struttura circolare, permette un accesso diretto e veloce ai dati (per leggere un documento, non è necessario leggere il supporto a partire dall’inizio come avviene nel nastro).
I componenti principali di un drive per floppy sono i seguenti:
• Testine: effettuano la lettura e la scrittura delle informazioni su disco, modificandone la magnetizzazione
• Motore del drive: permette al disco di ruotare
• Motore delle testine: permette alle testine di spostarsi lungo il raggio del disco
• Leva meccanica: permette l’espulsione del disco e l’aggancio del motore del drive con il disco.
• Scheda elettronica: pilota i motori del drive, codifica/decodifica i segnali scritti/letti dalle testine in informazioni comprensibili per il calcolatore.
I floppy da 8 pollici avevano un largo foro circolare al centro ed una piccola apertura ovale su entrambi i lati della plastica per permettere alle testine di leggere e scrivere i dati. Il supporto magnetico veniva fatto girare attraverso un albero motore che entrava nel foro centrale.
Un piccolo incavo sul lato destro del floppy serviva per identificare se era in modalità di sola lettura oppure se era possibile scriverci sopra. Questo veniva rilevato da un interruttore meccanico o da un fototransistor. Per proteggere il disco dalla scrittura era necessario chiudere l’intaglio laterale con una piccola etichetta autoadesiva.
Un’altra coppia di LED e fototransistor posti vicino al centro del disco servivano per rilevare un piccolo foro praticato nel disco e sincronizzare il sistema di lettura/scrittura con la rotazione del disco.
Esistevano anche dei dischi forniti di una serie di fori utilizzati per identificare i singoli settori, tali dischi erano denominati hard sector in contrapposizione a quelli con un foro singolo, denominati soft sector. All’interno il disco era separato dalla custodia da uno strato di un particolare tessuto avente la funzione di ridurre l’attrito tra il media e la custodia esterna e di mantenerlo pulito bloccando la polvere.
La custodia esterna era di solito composta da un foglio ad unica sezione, ripiegato con i lembi incollati o termosaldati.