IOMEGA ZIP 250

Lo Iomega Zip, chiamato anche “disco zip”, è un supporto removibile, simile ad un disco floppy sia per aspetto che per tecnologia impiegata, ma di capacità molto maggiore. Prodotto dalla azienda Iomega, nella versione iniziale permetteva di memorizzare fino a 100 Megabyte, capacità poi aumentata a 250 Megabyte e 750 Megabyte nelle versioni successive.

Approfondimenti

Il dispositivo ha fatto la sua prima comparsa sul mercato nel 1994, ottenendo un discreto successo grazie al costo relativamente contenuto del drive. Iomega puntava infatti a guadagnare massimizzando la vendita dei dischi, i quali costavano inizialmente 20 dollari l’uno, e per raggiungere tale obiettivo era disposta a vendere i drive al prezzo di costo o anche in perdita. Per alcuni anni diretto concorrente dello IomegaZip è stato il SuperDisk o LS-120, introdotto sul mercato nel 1997 dall’azienda Imation, il quale, a differenza dello Iomega Zip, impiegava supporti più capienti da 120 MiB, ed era anche in grado di leggere e scrivere i normali floppy disk da 3,5 pollici.
L’uso delle unità Iomega Zip si è ridotto con la diffusione dei masterizzatori e la rapida diminuzione del costo dei supporti CD e DVD riscrivibili e, successivamente, si è praticamente azzerato con l’entrata nell’uso comune delle “chiavette USB”, che sfruttano la tecnologia delle memorie flash.
Diversamente dai cd-rom (i quali sono unità ottiche), i dischi Zip utilizzano al proprio interno un disco di materiale magnetico per memorizzare le informazioni, la cui lettura e scrittura avviene allo stesso modo dei floppy disk.. Lo Iomega Zip è stato commercializzato in due versioni: interna ed esterna. La versione esterna, in un primo momento, era disponibile con interfaccia parallela (utilizzata normalmente sui PC per collegare stampanti) o SCSI (interfaccia ad alte prestazioni normalmente presente su workstation, server e sui computer Apple Macintosh degli anni ’90); tale versione è stata poi affiancata da una versione USB sia versione 1.1 che 2.0. I modelli con interfaccia parallela erano di fatto modelli SCSI che contenevano al loro interno un convertitore IEEE1284-SCSI. La versione interna era invece disponibile con interfaccia ATAPI (utilizzata sui PC fino a metà anni ‘2000 per collegare memorie di massa) o SCSI. I modelli con interfaccia parallela sono stati i primi ad uscire di produzione, affiancati e poi sostituiti da dispositivi con interfaccia USB e Firewire.

Curiosità

Circa l’1% delle unità Zip vendute erano afflitte da un problema che comportava la perdita dell’allineamento delle testine magnetiche. Una volta che l’allineamento era perso, se l’utente inseriva in un’unità difettosa un disco, questo veniva irrimediabilmente danneggiato sulla sua superficie con la conseguente perdita di tutti i dati memorizzati. In alcuni casi, l’inserimento di un disco danneggiato poteva a sua volta danneggiare un’unità perfettamente funzionante. Tale problema, noto come “click of death” a causa del rumore prodotto dal un’unità difettosa, determinò numerosi interventi in garanzia causando un danno a Iomega sia in termini economici che di immagine. Oltre a ciò, nel 1999, quando il problema raggiunse il picco di frequenza, Iomega aveva da poco lanciato sul mercato un drive tascabile, basato sulla stessa tecnologia impiegata nello Zip, chiamato infelicemente Click. A causa della scontata associazione fatta dai potenziali utenti con il fenomeno del “click of death”, tale prodotto venne rinominato in seguito PocketZip.